Chi è capace di comprendere perfettamente cosa provi, cosa sogni, cosa senta un Cieco dalla Nascita?
Camminiamo per strada, vediamo un giovane in sedia a rotelle e pensiamo: “povero, che tristezza”
Abbiamo la presunzione di sapere ciò che gli altri sentano ma, in effetti, noi abbiamo la capacità di sentire solo noi stessi. E’ impossibile per un essere umano sapere cosa provi e cosa senta un altro essere…si può solo presumere e la presunzione è semplicemente il risultato di una elaborazione mentale basata su esperienze personali e soggettive.
Oggi siamo tutti col telefonino…non possiamo farne a meno. Ci sono giovani che potrebbero suicidarsi se lo perdessero o se i loro “follower” virtuali li abbandonassero. Immaginate che un individuo di 200 anni fa veda queste scene….che valutazione darebbe? Ci considererebbe degli handicappati? Ci compatirebbe?…Penserebbe che abbiamo bisogno di aiuto?
Eppure noi siamo arrivati a questa situazione e ci sentiamo “felici” in questo modo, al punto tale che non potremmo fare a meno di tutta la tecnologia che ci circonda e che ci rende schiavi di essa e profondamente vulnerabili.
La Diversità, dunque, tendiamo a giudicarla con compassione o con timore per il semplice fatto che non siamo in grado di comprenderle.
Se perdo un dito, sarò triste/disperato…ma poi, coll’andare del tempo, mi abituerò all’idea e vivrò normalmente. Questo si chiama adattamento. Le nostre menti si adattano a tutto. Situazioni che potrebbero sembrarci assurde, possono essere normalissime per altri individui.
Chiaramente un sistema costruito per un certo tipo di individui e che non contempla la diversità… (strade senza marciapiedi con scivoli, ad esempio)…metterà in difficoltà chi è in sedia a rotelle. In pratica la possibile sofferenza che potrebbe avere una persona differente dipende dal nostro egoismo nel volere creare un mondo a immagine della “normalità” Invece di buttare migliaia di miliardi di euro ogni anno nella ricerca di esopianeti sui quali non andremo mai, o di buchi neri …potremmo usare quelle risorse per creare un mondo che includa tutti e non ponga un accento sociale sulla “diversità”
Quando vado a Palermo, la mia città natale, e cammino per le strade colme di immondizia, mi domando come possa fare la gente a vivere in una situazione del genere. Il punto è che io non sono loro…i palermitani, essendo in questa situazione ormai da decenni e decenni, non la considerano più un problema. Li vediamo, dunque, uscire eleganti per andare a teatro e fare lo slalom, con tranquillità, tra i cumuli di immondizia. Potrei considerarli Handicappati…eppure, loro sono felici e accettano questa situazione .
Il punto è proprio la Percezione. Come percepiamo le cose. Potrei essere la persona più bella e più ricca del mondo ed essere depresso, potrei invece essere paraplegico, in sedia a rotelle, ed avere creato un mio mondo interno che mi fa stare in pace ed essere felice.
L’Handicap, dunque, è semplicemente percepito come tale. In realtà è solo una diversità più o meno pronunciata…che però viene penalizzata dalla società che abbiamo costruito e dal nostro modo di percepirla.
Se imparassimo a vedere la vita sulla terra come un semplice istante, un passaggio, che stiamo vivendo in questo modo e in questa forma, probabilmente anche la percezione della vita stessa di noi e di chiunque ci circondi sarebbe molto diversa. Nell’Universo tutto muta continuamente…oggi siamo atleti, domani saremo vecchi, dopodomani non saremo più esseri umani e ritorneremo in circolazione sotto forma di energia.
L’unica differenza che c’è tra una persona con Handicap e un Super Eroe risiede nella nostra mente.