L’Illusione della Meritocrazia

Fin dalla nascita, come un lavaggio del cervello, ci viene detto, continuamente, che se studieremo troveremo un buon lavoro e più lavoreremo duro più “strada” faremo. 

Ci viene installata, fin dalla nascita, l’idea della “meritocrazia”. Un termine che indicherebbe la democrazia del merito. Una società che premia chi lavora meglio e chi lavora di più. Più farai e più riceverai. Chiaramente, basta girarci attorno per renderci conto di quanto questo concetto sia solo illusorio. 

Un minatore che guadagna 1 dollaro l’ora e un tizio che corre dietro ad una sfera di gomma e la prende a calci che guadagna milioni di euro l’anno. 

Certo, internet è piena di “storie di successo” raccontate dopo che il successo è giunto come è pieno di guru, di influencer, di esperti che, invece di godersi i loro milioni decidono di dedicare ore e ore delle loro giornate ad insegnare a diventare milionari…

L’idea di avere un libero arbitrio porta a sognare e ad avere aspettative e l’aspettativa crea i presupposti per la delusione. Non sappiamo quasi nulla dell’Universo che ci circonda, non possiamo fermare le albe e i tramonti, non possiamo fermare il moto rotatorio della Terra, non possiamo fermare l’espansione dell’Universo, non possiamo rifiutare di nascere, non possiamo non morire…insomma, non abbiamo alcun potere sul 99,9% dell’Universo che ci circonda però…abbiamo la presunzione di pensare che le nostre azioni possano cambiare il nostro destino e che, dunque, il nostro destino dipenda da esse

E’ chiaro che l’inesistenza del “Libero Arbitrio” non può essere dimostrata come non può essere dimostrata la sua esistenza. Entrambe sono “fedi” da abbracciare in base alle proprie esperienze. (per un’analisi più imparziale sarebbe auspicabile non considerare le speranze in quanto l’idea di esistenza del libero arbitrio è fortemente legata alla speranza di avere un potere sulla propria vita. La speranza, dunque, tenderebbe a rendere l’analisi dei fatti meno imparziale). Nessuno può affermare con prove oggettive che qualsiasi cosa ci accada, qualsiasi “scelta” fatta non sia, in realtà, già stata programmata. Per questa ragione, entrambe le possibilità (che ci sia il libero arbitrio e che non ci sia il libero arbitrio ) hanno lo stesso peso e lo stesso valore.

Jeff Bezos, fondatore di Amazon, era un genio rispetto a Mohamed che, invece, è morto in miseria? Jeff Bezos è nato in USA (casualità? risultato di un software già programmato?), da una famiglia benestante, ha potuto studiare, ha avuto le possibilità economiche di aprire una impresa in uno Stato con poca burocrazia e che non fa pagare imposte a chi comincia. Ha incominciato la sua attività in un paese che offre delle infrastrutture, con un certo tenore di vita etc, etc. Mohamed era nato in Gambia. I genitori erano stati uccisi quando era bambino. Non ha potuto studiare. Non aveva il denaro nemmeno per comprare un pezzo di pane…è morto in povertà all’età di 40 anni. 

E’ un esempio estremo ma che mette in evidenza quante possano essere le variabili in gioco. 2 individui della stessa città, seppure, apparentemente, possano avere le stesse possibilità di riuscita, in realtà, non le hanno.  Francesco andrà all’Università e Marco anche. Francesco un giorno, al bar, conoscerà una persona con la quale parlerà di una sua idea e che diventerà il suo socio finanziatore. Marco invece non conoscerà alcuno e, seppure abbia delle idee brillanti, nessuna persona utile al loro sviluppo le conoscerà mai e le sue idee moriranno con lui. Avrà una vita senza un lavoro fisso. 

Internet è piena di personaggi che si sono fatti dal “nulla”. Il punto è che il “nulla” di Mohamed era davvero nulla ma il “nulla” di taluni può essere tantissimo. Un “nulla” che quasi sempre viene omesso perché non c’è niente che venda di più di una storia di successo di una persona comune e senza risorse. Poco importa se si omette che la famiglia era benestante, che i genitori li hanno finanziati, che hanno conosciuto la gente giusta che ha sponsorizzato la loro idea etc, etc, etc. 

Se accettiamo il fatto che l’Universo e la vita in esso sono predeterminati, cominceremo a mettere da parte le aspettative, vivremo una vita più serena e lavoreremo semplicemente sull’accettazione dei fatti come inevitabili. Metteremo da parte le colpe e questo ci avvinerà alla pace. Ci sono persone che fumano tutta la vita e muoiono di vecchiaia e in salute, altre che conducono una vita estremamente salutare e muoiono giovani di cancro. Ci sono persone che fanno 1000 colloqui di lavoro e non riescono a trovare un buon lavoro, altre che al primo colloquio trovano la persona in grado di apprezzare il proprio valore e ottengono un posto di lavoro da sogno.  Non abbiamo colpa di nulla perché il nostro futuro non dipende da noi.

Non abbiamo colpa se un tramonto è meno rosso di un altro o se un giorno piove e uno no o se l’ombrello si rompe, non abbiamo colpa se perdiamo il lavoro o se non ne troviamo uno o se ci ammaliamo o…qualsiasi altra cosa.

Siamo semplici elementi dell’Universo, soggetti alle sue leggi come lo sono gli elettroni, i fotoni, e tutte le particelle che lo compongono con la differenza che siamo elettroni con la presunzione di avere il potere di cambiare il nostro destino. Mettiamo da parte questa idea e impariamo a vivere provando ad accettare il fatto che noi non siamo come il sole che vediamo. Sorgiamo e Tramontiamo…il colore che avremo lo deciderà la natura e chi ha generato i suoi codici. Noi potremo semplicemente accettarlo (e vivere in pace) o rifiutarlo (ed entrare in conflitto) ma non potremo cambiarlo. 

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Photo Credits: Sritam_Kumar PinteraStudio HOerwin56  – 

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