La dipendenza affettiva ci pone in una situazione di “sudditanza”. In qualche modo “decidiamo” che la nostra felicità dipenda dalla relazione affettiva e arriviamo a fare di tutto pur di compiacere qualcun altro
Questa situazione che, apparentemente, scegliamo, crea delle guerre interiori le cui risultanti sono la tristezza, la paura e la rabbia. Sentimenti interconnessi tra loro. Pur dipendendo dalla situazione affettiva di cui abbiamo bisogno come gli eroinomani, internamente ci rendiamo conto quanto questa ci erodel Questa erosione sprigiona la tristezza e, di conseguenza la rabbia verso noi stessi.
Tutto ciò ci destabilizza emotivamente e si entra in un loop emotivo negativo che inquina noi e chi ci sta accanto.
La dipendenza affettiva genera la paura dell’abbandono che tende ad evidenziarsi nel momento in cui c’è la rottura di una relazione al punto che nel caso in cui ci sia una riunione, questa sarà vissuta in modo estremamente ansioso al punto da danneggiarla ulteriormente.
La dipendenza affettiva è equiparabile a qualsiasi dipendenza, persino a quella della droga.
Significa che io non ho la capacità di governarmi. Chi mi governa è la paura di perdere qualcosa. Il governo dunque passa a qualcun altro (partner, lavoro, denaro….spacciatore)
Divento un prigioniero e, in quanto tale, mi sottometto per cercare di ottenere la benevolenza dell’altro e questo genera rabbia dentro di me. Rabbia che mi destabilizza emotivamente.
Spogliarsi dalle dipendenze opressive interiori è difficile perché “noi” (o meglio l’immagine di noi stessi) diventiamo i nostri peggiori nemici.
Il cuore si chiude in una prigione e con esso anche l’intelletto. Tendiamo a perdere la capacità di analizzare analiticamente. Diventiamo “ottusi”!
La tendenza meccanica di una persona che ha paura di essere abbandonata è: “Aggrapparsi”. Al contrario di chi, invece, ha la paura opposta di essere invaso che, “Respinge”.
Le reattività meccaniche sono degli istinti appresi.
Chiaramente più la persona che teme l’abbandono si aggrappa e più ottiene l’effetto che meno desidera, vale a dire l’allontanamento, la ferita crescerà e la paura dell’abbandono diventerà maggiore. Chi invece teme l’invasione a forza di spingere tenderà ad avere un effetto contrario a quello desiderato ossia “inseguimento” e conseguente perdita di spazio.
Cio di cui abbiamo bisogno sono l’inclusione e la libertà. Essere parte e al contempo liberi.
Chi ha dunque paura dell’abbandono dovrà cercare di aggrapparsi meno per generare una forza di attrazione mentre chi ha paura dell’invasione dovrà spingere meno per generare una forza opposta che gli regalerà spazio.
Chi ha paura dell’abbandono in realtà abbandona in quanto se si aggrappa a qualcuno lo fa perché ha abbandonato se stesso.
Chi ha paura dell’invasione in realtà ha invaso se stesso. Per fare un esempio ha utulizzato tutte le energie durante la giornata facendo molteplici cose e poi non ne ha al mattino seguente. In questo modo ha abbandonato la sua parte più profonda del “sentire”. Si è quindi concentrato più sul pensiero e l’azione e si è allontanato dal “sentire”. Il “Sentire primario” però non scompare, anzi, si fa sempre più intenso fino al punto di creare un “blocco interiore” e si pone in una posizione dominante tanto da invadere la sua vita.
Se vai troppo nel fare, abbandoni il Sentire che diventa dominante e capovolge la situazione.
Le origini dei nostri disagi possono essere estremamente complesse. I Taoisti dicevano che per comprendere le leggi che governano l’universo dobbiamo ascoltare la natura ed entrare in risonanza con essa.
Troppo spesso si agisce piuttosto che pensare e comunicare. Questo è un male in quanto si preferisce agire d’impulso per evitare il grande disagio di stare dentro al conflitto. Questo è il comportamento peggiore che si possa avere.
Agire guidati da passioni tristi è quanto di più pericoloso ci sia. L’”Acting Out” (uscita) è quando abbiamo accumulato troppo “non detto”.
Occorre dunque riflettere. C’è qualcosa che avremmo voluto dire e non abbiamo detto? – Cosa è successo poi?
Il “non detto” agli altri crea delle complicazioni ma il “non detto” a noi stessi ne crea di molto più grandi. Questo porta alla rimozione di un tipo di analisi interiore e ci apre la strada verso la menzogna a noi stessi.
Tutto ciò che è rimosso è un elemento psichico che ristagna e non va via.
Come il cibo che ristagna nell’intestino va in putrefazione e crea una infiammazione, così il ristagno psichico è una sorta di “infiammazione psichica” che crea agitazione e, dunque, fretta di agire e questo non ha nulla a che fare col pensare.
Pensare significa soppesare per mettere le cose al posto giusto.Per “guarire” occorre ridurre la nostra parte “egoica” e prendersi le responsabilità delle “infiammazioni” e quindi delle nostre scelte e delle nostre azioni.
ORIGINI della Paura dell’Abbandono
La paura dell’abbandono è una paura radicata di essere abbandonati o traditi, di finire soli o di non trovare nessuno. Più evidente quando si diventa vulnerabili in una relazione romantica adulta, questa paura può essere in genere fatta risalire a un evento traumatico doloroso nell’infanzia, ma in alcuni casi può formarsi anche più avanti nella vita.
Ecco alcuni esempi specifici di traumi infantili e di eventi traumatici in età adulta che possono causare paura dell’abbandono:
I tuoi genitori divorziano
Un genitore si trasferisce lontano
Dipendenza nel nucleo familiare
Una morte nella famiglia nucleare
Non conoscere uno o entrambi i genitori
Essere adottati
Vivere in affidamento
Avere un genitore che ti dice direttamente o indirettamente che sei troppo sensibile
Avere la sensazione che uno o entrambi i genitori siano caldi e freddi
Essere cresciuti da qualcuno che si prende cura di te fisicamente ma non ha tempo o energia per ascoltarti, conoscere chi sei o sedersi con le tue emozioni
In genere non sentirsi compresi nel tuo ambiente familiare
Frequentare uno o più partner narcisisti, violenti o estremamente critici
Essere traditi in una relazione attuale o precedente
Frequentare più partner incoerenti o in una certa misura emotivamente non disponibili
Sintomi della paura dell’abbandono
Nelle relazioni, le persone con paura dell’abbandono tendono a:
Attaccarsi rapidamente, anche a partner o relazioni non disponibili
Non impegnarsi completamente e avere pochissime relazioni a lungo termine
Andare avanti rapidamente solo per assicurarsi di non affezionarsi troppo
Mirare a compiacere e impegnarsi in comportamenti che compiacciano le persone
Fare sesso indesiderato (questo è comune nelle donne)
Restare in relazioni non importa quanto siano malsane
Fare fatica a essere difficili da accontentare e pignoli
Avere difficoltà a provare intimità emotiva
Sentirsi insicuri e indegni di amore
Sentirsi diffidenti e trovare difficile fidarsi delle persone
Spesso essere gelosi di tutti quelli che incontrano
Sperimentare intensi sentimenti di ansia da separazione
Avere sentimenti di ansia e depressione generalizzata
Tendono a pensare troppo alle cose e a impegnarsi per capire significati nascosti
Sono ipersensibili alle critiche
Contengono rabbia repressa e problemi di controllo
Si impegnano frequentemente in autoaccuse e critiche
Impatto della paura dell’abbandono
La paura dell’abbandono non è uguale per tutti. Alcune persone hanno paura di perdere il partner romantico. Altri temono l’abbandono in altre relazioni, come le amicizie.
Sebbene l’esperienza di ogni persona sia unica, una tipica relazione che coinvolge una persona con problemi di abbandono potrebbe attraversare le seguenti fasi:
Imparare a conoscersi
A questo punto, ti senti relativamente al sicuro. Non sei ancora emotivamente coinvolto nell’altra persona, quindi continui a vivere la tua vita godendoti il tempo insieme.
Fase della luna di miele
Scegli di impegnarti, disposto a ignorare possibili bandiere rosse o gialle perché andate molto d’accordo. Inizi a trascorrere molto tempo con l’altra persona e ti diverti sempre. Inizi a sentirti sicuro.
Relazione reale
La vita reale interviene. Le persone si ammalano, hanno problemi familiari, lavorano in orari difficili, si preoccupano dei soldi e hanno bisogno di tempo per fare le cose. Sebbene questo sia un normale passaggio positivo in una relazione, può terrorizzare qualcuno con la paura dell’abbandono che percepisce erroneamente che ti stai allontanando.
Se hai questa paura, probabilmente stai lottando con te stesso e stai cercando con tutte le tue forze di non esprimere le tue preoccupazioni per paura di apparire appiccicoso.
L’offesa
Si verifica un’apparente offesa: un messaggio di testo senza risposta, una telefonata senza risposta o una richiesta di qualche giorno di solitudine.
La loro reazione
Ciò che accade dopo è quasi interamente determinato dalla tua paura dell’abbandono, dalla sua gravità e dallo stile di adattamento preferito. A te sembra che il tuo partner non ti ami più. In realtà, il tuo partner non ha risposto al tuo messaggio perché stava guidando, era impegnato, ecc.
Alcune persone gestiscono questa situazione diventando appiccicose ed esigenti, insistendo affinché il partner dimostri il suo amore saltando attraverso i cerchi. Altri scappano, rifiutando i loro partner prima di essere rifiutati. Altri ancora ritengono che l’offesa sia colpa loro e tentano di trasformarsi nel “partner perfetto” per evitare una rottura.
In una relazione sana, entrambi i partner riconoscerebbero la situazione per quello che è: un evento normale che ha poco o nulla a che fare con la relazione. Oppure potrebbero affrontare il turbamento risultante con una discussione calma o una breve discussione. In entrambi i casi, un singolo affronto percepito non domina i sentimenti del partner in una relazione sana.
La reazione del tuo partner
Il tuo improvviso cambiamento di personalità sembra arrivare dal nulla. Il tuo partner probabilmente non ha idea del perché il suo partner, prima sicuro di sé e rilassato, si stia comportando improvvisamente in modo appiccicoso ed esigente, soffocandolo di attenzioni o allontanandosi del tutto.
Come con altre fobie, nessuno può semplicemente convincere qualcuno a uscire dalla sua paura dell’abbandono. Non importa quante volte venga rassicurato, non sarà sufficiente. Alla fine, i suoi modelli di comportamento e le sue reazioni inconsolabili potrebbero allontanare gli altri, portando proprio alla conclusione che la persona temeva di più.
Gestire la paura dell’abbandono
Se la tua paura è lieve e ben controllata, potresti riuscire a gestirla semplicemente informandoti sulle tue tendenze e imparando nuove strategie comportamentali. Per la maggior parte delle persone, tuttavia, la paura dell’abbandono è radicata in problemi radicati che possono essere davvero difficili da risolvere da soli.
In altre parole, elaborare la tua paura e cambiare veramente i tuoi pensieri e comportamenti spesso richiede l’assistenza professionale di un terapeuta.
Coltiva un senso di appartenenza
Sebbene curare la paura in sé sia fondamentale, è anche essenziale costruire un senso di appartenenza. Invece di concentrare tutta la tua energia e devozione su un singolo partner, concentrati sulla costruzione di una comunità. Nessuna persona può risolvere tutti i nostri problemi o soddisfare tutte le nostre esigenze. Tuttavia, un solido gruppo di diversi amici intimi può svolgere un ruolo importante nella nostra vita.
Molte persone con la paura dell’abbandono affermano di non essersi mai sentite come se avessero una “tribù” o un “branco” quando erano bambini. Per qualsiasi motivo, si sono sempre sentiti “altri” o disconnessi da chi li circondava. Ma la buona notizia è che non è mai troppo tardi.
Trova persone che la pensano come te
Qualunque sia la tua fase attuale della vita, è importante circondarti di altre persone che la pensano come te. Fai un elenco dei tuoi hobby, passioni e sogni attuali. Quindi trova altre persone che condividono i tuoi interessi.
Sebbene sia vero che non tutti coloro che condividono un interesse diventeranno dei veri amici, gli hobby e i sogni sono un ottimo trampolino di lancio verso la costruzione di una solida rete di supporto. Lavorare sulle tue passioni aiuta anche a costruire l’autostima e la convinzione di essere abbastanza forti da affrontare qualsiasi cosa la vita ti riservi.
Pratica l’autocompassione
È anche importante trattarti con gentilezza e compassione. I modelli di pensiero negativi possono minare la tua sicurezza e aumentare la tua paura dell’abbandono. Ad esempio, potresti pensare di non essere amabile o di non meritare lealtà e impegno. Cambiare questi pensieri per renderli più realistici e positivi può aiutarti a gestire meglio la paura dell’abbandono.
Takeaways
La paura dell’abbandono può avere un effetto devastante sulle relazioni. Può farti lottare per formare nuovi legami e fidarti degli altri. Questa paura può anche farti rifiutare gli altri prima che abbiano la possibilità di rifiutare te. Sebbene questo possa essere un problema serio, puoi anche usare delle strategie per superare la tua paura. L’autocompassione e la costruzione di un senso di appartenenza sono importanti, ma la terapia è spesso l’opzione più efficace.
Argomenti tratti da: Dott. Mauro Scardovelli, Doc. Kyle Kittleson, Verywell Mind
https://youtu.be/ZiALAxq9uQc?si=nvTH5Pjl7NsnNSzC
https://youtu.be/7QJJnRfWAWg?si=SHNvdK734g_0wSAo
https://youtu.be/2j1I-aa8w0o?si=67StgeuZP-aI6Jfk
https://youtu.be/Qt_neYzEXc0?si=J7Z1w8fwWDSozQRD
https://www.verywellmind.com/fear-of-abandonment-2671741