Se il nostro obiettivo è quello di sentirci in pace, decisamente l’attitudine di complicare la vita ce ne allontana irreversibilmente.
Se soltanto abbracciassimo la teoria che, comunque, le cose andranno come andranno e non siamo noi a potere cambiare il futuro…vivremmo decisamente una vita molto più pacifica.
Tendiamo invece a complicarci la vita. Per molti è addirittura una occupazione principale.
Un esempio è fare cose che non ci piacciono per il piacere “masochista” di sentirci sfruttati. Questo può derivare da molteplici fattori. Dal fatto che durante l’infanzia, ad esempio, abbiamo percepito una mancanza di attenzione nei nostri confronti ed in età adulta ricerchiamo disperatamente quelle attenzioni. Tengo a precisare “percepito” in quanto qualsiasi elaborazione mentale facciamo, dipende da una mera percezione soggettiva. Di ragioni, comunque, possono essercene tantissime.
A noi non interessa conoscere le ragioni ma cambiare il nostro modo di percepire le cose ed alterare il nostro comportamento rendendolo più consono all’ottenimento di uno stato di pace.
La “Vittima” in realtà è anche un “Carnefice”. L’odio che ha la vittima è immenso…ma essendo represso, viene nascosto. E’ una bomba ad orologeria che, anche se non esplodesse in una manifestazione estremamente violenta, avrà spesso sfoghi di rabbia.
L’esteriorizzazione della Rabbia non è altro che la proiezione sugli altri di difetti di cui ci sentiamo colpevoli. In pratica io sto compiendo un atto che non mi piace o che sento come sbagliato e piuttosto che riconoscere le mie colpe preferisco farle rimbalzare su qualcun altro. Qualsiasi persona violenta, odia se stessa ma non può ammetterlo. L’entità della violenza dipende dal livello di repressione e da molteplici altri fattori che non ha importanza discutere in questa circostanza.
Il problema principale è sempre un problema di Ego.
Complicarci la vita dunque significa andare da A a B NON in linea retta ma prendendo molteplici direzioni.
Se un’amica ti domanda: “come mi trovi”? …e tu la trovi molto brutta…le dirai mai: “Ti trovo bruttissima”? Questa semplice azione innesca la generazione di un Universo di azioni che tenderanno a falsare le nostre stesse percezioni.
Ricordo molti ma molti anni fa, mi trovavo da solo con una ragazza vicino al mare. Incominciammo a flirtare quando, poco prima che la penetrassi, le dissi che, comunque, quella per me era una storia estiva e non avrebbe avuto conseguenze future…la serata terminò esattamente in quel momento.
L’Universo che ci circonda è semplicemente Percepito e la sua “realtà” è Soggettiva. Se io mento a me stesso su ciò che percepisco, mi sentirò un bugiardo…perderò stima di me stesso e questo si ripercuoterà e altererà il modo in cui elaborerò gli eventi futuri e mi allontanerà sempre di più dalla pace.
Dire esattamente ciò che si sente e quindi andare da A a B in modo lineare e diretto, significa ripulire la propria mente da qualsiasi rimorso, secondo fine etc…Significa essere sinceri e non avere paura delle conseguenze della propria sincerità.
E’ chiaro che essere Lineari e Diretti nel mondo che abbiamo creato, difficilmente ci porterà ad avere relazioni umane durature (a meno di conoscere altre persone lineari e dirette il che, comunque, non può prescindere da una riduzione massiccia del nostro ego) Ma siamo onesti con noi stessi…quanti di noi dicono sempre e solo ciò che pensano?
Già, perché se una persona mi dicesse che sono stupido (in quanto lo pensa realmente), io dovrei accettarlo come un assunto fine a se stesso e che non dovrebbe alterare in alcun modo la percezione che io ho di me stesso.
E’ possibile determinare quali siano i punti di maggiore vulnerabilità semplicemente osservando l’entità della reazione a ciascuno stimolo. L’offesa è recepita come tale solo se si ha una debolezza in quel campo. Se un bambino di 5 anni mi grida che sono ignorante…probabilmente sorriderò. Cosa accadrebbe se me lo dicesse un adulto?…Se sono magro e mi urlano Grassone…riderò…ma se sono obeso e mi sento colpevole, come reagirò?
L’instabilità delle nostre credenze ci rende fluttuanti ed insicuri ed è questa la ragione per la quale preferiamo una vita complicata … perché ferire l’Ego e avere paura di restare “soli” rappresenta per noi la peggiore delle disgrazie.
Il detto “Bugia a fin di bene” ha senso solo in un mondo nel quale non si affronti la vita direttamente e guardandola in “faccia”. E’ chiaro che se fin dalla nascita ci abituiamo a vivere nella menzogna e nell’ipocrisia, avremo sempre bisogno di “bugie” per vivere meglio.
La “Realtà” è semplicemente soggettiva e dipende dalle nostre percezioni. Non possiamo cambiare gli eventi ma possiamo cambiarne la percezione. Impariamo ad essere lineari e diretti perché la vita complicata è solo una nostra scelta che dipende da: Resistenza, Aspettativa e Attaccamento...messi da parte i quali, le complicazioni, magicamente, scompariranno…Ma ne parleremo in seguito.
Credit Photo: Yung Chang