La Rabbia fa parte di quelle manifestazioni che tendono ad allontanarci dalla pace in modo estremamente rapido. Controllare la Rabbia può non essere il modo migliore di affrontarla in quanto può comprimerla e farla esplodere in modo più violento in un secondo tempo. Imparare a conoscerla, invece, può portarci a mitigarla fino al punto di ridurla ad una sensazione trascurabile .
Non siamo qua per fare psicoanalisi…altrimenti avremmo bisogno di anni (e forse anche tanto denaro) , al termine dei quali potremmo comunque non avere raggiunto alcun beneficio tangibile. A noi non interessano le origini della Rabbia (poco importa se viene da un problema con i genitori, con i nonni e poco importa andare a ritroso in una ricerca disperata che ha origini nel passato). A noi interesse cercare di comprenderne la logica e attraverso la logica cercare di smontarla.
Dobbiamo partire dal presupposto che la Rabbia che noi manifestiamo nei confronti degli altri (sempre che esista un Universo oggettivo esteriore) non è altro che una emozione (che in psicologia è vista come un sentimento/emozione primaria) verso noi stessi ma che esterniamo sugli altri. Un conflitto interiore che degenera in una esplosione esteriore.
Se davvero impariamo a comprendere come la Rabbia sia una emozione che abbiamo nei nostri confronti, potremo apprendere a ridurla sempre di più fino al punto di renderla inerme.
Prima di procedere con un esempio, dobbiamo tenere in considerazione un fattore molto importante. Ognuno di noi ha un vissuto personale ed ha ricevuto una educazione ed una serie di informazioni che hanno creato il nostro carattere. Milioni di informazioni ricevute più un certo tipo di educazione più l’ambiente nel quale abbiamo vissuto e le frequentazioni avute hanno creato un vero Sistema Giuridico Subcosciente … Con tanto di leggi, regole e, soprattutto, con un Giudice irremovibile e, a volte, estremamente crudele. Questo significa che le motivazioni che ci spingono ad agire in un determinato modo possono essere gestite dal nostro “governo interiore” in modo differente da individuo a individuo. A noi, comunque, non spetta il compito di capire il perché . Noi dobbiamo semplicemente cercare di far comprendere al nostro “Giudice” interiore che siamo colpevoli di nulla…che qualsiasi nostro comportamento è il semplice risultato di informazioni e metodologie educative soggettive che ci sono state imposte. Che le “Regole sono una invenzione. Il nostro “Giudice” interiore deve imparare a giudicare meno e, meglio sarebbe, se smettesse di giudicare e cambiasse veste trasformandosi in una guida e in un confessore piuttosto.
Vediamo con alcuni esempi:
Sono nel traffico, una persona mi taglia la strada e non mi da la precedenza e io mi arrabbio e la mando a quel paese.
Analizziamo la situazione. Quell’individuo mi ha tagliato la strada non rispettando una regola (fatta da qualcun altro) che il mio “Io” ha abbracciato come giusta. Io sono chiuso nella mia auto e sono impossibilitato ad interagire direttamente con quella persona. Il giudice entra in azione…mi dice che sono un inetto in quanto non ho avuto il coraggio di inseguirlo per fare valere le mie ragioni. Il mio Ego non accetta questa mia colpevolezza e la riversa su quella persona che mi ha tagliato la strada e questo sfocia in rabbia.
Litigio col partner (Caso 1): Il partner mi rinfaccia che sono tornato tardi. Il mio “Giudice Interno” mi dice che sono uno smidollato a farmi trattare in questo modo …la rabbia verso me stesso aumenta. Il Mio Ego, che non accetta di essere colpevolizzato, riversa l’odio verso il partner che mi ha accusato e scatena la rabbia verso di lui/lei che mi ha accusato di essere tornato tardi.
Litigio col partner (Caso2): Le motivazioni possono essere svariate…il punto è che a livello subconscio il nostro “Giudice Interno” ci dice per quale motivo continuiamo a stare con quella persona visto che la pensiamo in modo differente su molte cose, pertanto, ci da degli smidollati in quanto non abbiamo il coraggio di mollarla. Il nostro Ego non accetta di sentirsi dire “smidollato” ed esteriorizza la rabbia verso il partner ritenendolo/eleggendolo causa del suo problema.
Rabbia verso un Evento non controllabile: Il Tempo atmosferico. Esco di casa senza ombrello e comincia a piovere. Il Giudice Interiore mi dice che sono un inetto in quanto avrei dovuto guardare o ascoltare le previsioni meteo…Il mio Ego non accetta il fatto che io possa essere considerato un Inetto e cerca il Capro Espiatorio. La mia rabbia si sfoga contro il maledetto temporale che…poteva aspettare qualche ora prima di manifestarsi!…
Tengo a ribadire che le ragioni possono essere molteplici e dipendenti da fattori estremamente diversi. La psicologia vorrebbe comprendere per quale motivo il nostro “Giudice Interiore” mi giudica in un certo modo e, soprattutto da dove vengono i suoi criteri di valutazione e le sue leggi….Questo processo però può durare anni e può non portare a risultati positivi significativi.
Se noi invece impariamo ad utilizzare l’assioma: “La rabbia che ho verso gli altri è semplicemente una rabbia che ho verso me stesso e che esteriorizzo verso un capro espiatorio” potrò davvero imparare a minimizzarla. Se poi aggiungo un lavoro ulteriore sulla riduzione del mio Super Ego….allora la Rabbia diventerà semplicemente un sentimento estremamente trascurabile e quasi invisibile.
La Rabbia non ha alcuna relazione con l’istinto di sopravvivenza in quanto la Rabbia è semplicemente una manifestazione di disapprovazione di se stessi (a livello subcosciente). Un Homo Sapiens che si trovava di fronte ad una Tigre dai denti a Sciabola…non aveva bisogno della “Rabbia” per difendersi anzi….la rabbia poteva destabilizzarlo ed alterare le sue scelte.
Si può uccidere tranquillamente senza rabbia se il proprio “Giudice Interiore” non condanna tale comportamento e lo considera come qualcosa di naturale., in quanto in questo caso non ci sarà un conflitto interiore.
Pensate ai militari che vanno in guerra e uccidono centinaia di altri simili. Nel loro “Programma Interno” è stato installato un software tale che dice che uccidere il “nemico” è un atto meritevole.
Un Serial Killer potrebbe vivere serenamente se il suo Governo Interiore accettasse e giustificasse il suo comportamento.
Dobbiamo ricordare che il “Governo Interiore” giudica sulla base di “leggi” e “Regole” che sono state indotte da altri. La Psicoanalisi cerca di comprendere quali siano e la loro origine ma a noi questo non interessa…noi vogliamo semplicemente “reprimere” il giudizio in quanto il Giudizio è una primaria fonte di conflitto e quindi di sofferenza. Senza giudizio non c’è conflitto. Se “sopprimiamo” il nostro “Giudice Interiore” ed eliminiamo il giudizio … qualsiasi conflitto che generi rabbia non potrà aver luogo.
Il Giudizio (da qualsiasi parte venga) è proprio una dimostrazione di conflitto in quanto presuppone l’idea di una gerarchia e quindi di un Potente e di un Debole. Di un “Giusto” e di uno “Sbagliato”.
Impariamo ad amarci e accettarci per come siamo, in quanto non abbiamo colpe visto che siamo il frutto di un sistema che ha deciso delle regole e che tutto ci è stato imposto e ridurremo al minimo qualsiasi conflitto interiore e dunque manifestazione di rabbia.
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