Premessa.
Come sempre dobbiamo partire dal dato incontestabile che non è possibile dimostrare che ci sia una realtà oggettiva al di fuori della nostra mente. Qualsiasi cosa osserviamo o viviamo è il semplice frutto di una elaborazione cosciente di dati.
Io non posso affermare che tu che leggi sia un individuo al di fuori della mia mente come non posso affermare che io non sia il prodotto della tua mente.
Le mie relazioni “interpersonali” possono tranquillamente essere delle relazioni con parti subcoscienti della mia mente (o di ciò che provoca le mie percezioni coscienti)
Premessa fatta entriamo nel vivo del discorso.
Per potere avere una relazione costruttiva dobbiamo, prima di tutto, imparare a non mentire a noi stessi. La ragione principale che rovina le relazioni è la menzogna che raccontiamo a noi stessi.
Qualsiasi “relazione” intraprendiamo è il risultato della ricerca di qualcosa che ci manca. Intraprendiamo relazione per colmare vuoti interiori. Per potere avere delle sicrezze, per avere qualcuno con cui parlare, condividere qualcosa. Per avere compagnia per costruire qualcosa…
Se fossimo completamente in equilibrio con noi stessi, non avremmo bisogno di alcuno accanto a noi.
E’ questa la prima cosa che dobbiamo accettare. Intraprendiamo una relazione perchè ci fa comodo e perchè da essa traiamo un beneficio.
Una volta ammessa questa cosa, senza remore, possiamo andare avanti nel discorso.
Più insicuri e più instabili siamo e meno probabilità avremo di avere una relazione costruttiva.
Affermare io sto bene da solo e pretendere o aspettarsi un dato comportamento dal partner è un ossimoro. Se io stessi realmente bene da solo, non avrei bisogno di alcuno accanto a me e quindi non avrei alcuna aspetativa da chi non c’è. Dovrei fare tutto autonomamente.
Non mentiamo dunque a noi stessi. Le aspettative che abbiamo sono direttamente proporzionali ai nostri vuoti interiori e alle nostre insicurezze.
Maggiori insicurezze abbiamo, maggiori probabilità avremo di intraprendere relazioni interpersonali non costruttive o addirittura tossiche.
Il conflitto interpersonale è molto simile ai conflitti interiori che giornalmente abbiamo. Esco o non esco? Faccio questa cosa o non la faccio? Tanto maggiore sarà la nostra insicurezza tanto maggiore sarà il nostro scontro interiore che sfocerà in rabbia verso noi stessi o verso quel povero piatto che avrà incrociato il nostro cammino in quel determinato momento.
Se non saremo soli quella rabbia sarà facilmente indirizzata verso il partner che non avrà assecondato le nostre “aspettative”.
Per questa ragione per intraprendere una relazione costruttiva occorre prima di tutto essere il più possibile in pace con se stessi.
Ci sono individui molto insicuri che trovano altri individui caratterialmente simili. In questi casi si formano degli equilibri precari che però, proprio a causa della loro precarietà, riescono a dare origine a relazioni stabili.
Sembra un paradosso ma in realtà non lo è. La profonda insicurezza di entrambi li porta a formare una cupola di protezione che li allontana dagli altri.
Sono tante quelle persone che una volta formata la coppia tendono a creare un loro mondo ed evitano qualsiasi esperienza che possa farlo vacillare.
Un esempio sono quelle persone sempre in giro con amici che una volta in coppia, spariscono completamente. E’ chiaro che fossero in movimento con gli amici semplicemente perchè cercavano un partner e una volta trovato e creata la relazione instabile evitano qualsiasi “scossone” che possa varla ribaltare.
Le relazioni in cui lui o lei cerca una figura paterna e l’altro o l’altra si investe del ruolo di “genitore”.
Le relazioni di dipendenza psicologica in cui un individuo narcisista ha bisogno di un individuo vittima e la vittima, per quanto soffra, diventa schiava del “carnefice”.
In questo caso ci troviamo di fronte a relazioni non solo instabili ma persino tossiche.
Al momento non mi interessa parlare di queste. L’idea è quella di evitare che si possa cadere nella tentazione di instaurare relazioni instabili e/o addirittura tossiche.
Per potere, dunque, avere una relazione costruttiva, è fondamentale essere il più possibile in pace ed in equilibrio con se stessi. Come ho, inizialmente, affermato se fossimo totalmente in pace ed in equilibrio con noi stessi non cercheremmo nemmeno di avere una relazione.
Anche il fatto di essere single ed avere relazioni sessuali con il soggetto di turno, presuppone il desiderio di un rapporto a due piuttsto che l’accettazione di una masturbazione a vita. E’ sempre un bisogno di colmare un desiderio che non siamo in grado di appagare da soli.
Un individuo completamente in pace e in equilibrio con se stesso (ipotetico Nirvana) non cercherebbe nemmeno il sesso con altri individui. Starebbe totalmente bene con se stesso.
La cosa potrebbe fare sorridere di più proprio chi è maggiormente lontano dalla pace interiore e da un equilibrio psico fisico.
Se siete gia in una relazione analizzate il vostro comportamento. Quanto più vi aspettate dal partner tanto più lontani siete da una relazione costruttiva e tanti più vuoti interiori da colmare avete.
Non ammetterlo e mentire a voi stessi può semplicemente peggiorare le cose e farvi allontanare ulteriormente da una relazione costruttiva.
E’ indubbio, come ho già scritto, che intraprendiamo le relazioni per colmare qualche vuoto ma è anche vero che se siamo estremamente insicuri non dovremmo proprio incominciare alcuna relazione. Dovremmo prima lavorare su noi stessi.
La frase “io pensavo che tu mi avessi aiutato a pulire casa” o che “mi avresti accompagnato a fare la spesa” presuppone una aspettativa. Allora domandiamoci…cosa avrei fatto se non avessi avuto un partner? Probabilmente avrei pulito da solo e sarei andato a fare la spesa da solo in quanto non avrei potuto riporre aspettativa in alcuno.
A quel punto domandiamoci un altra cosa: “il partner attuale mi serve dunque come aiuto”? E’ il mio “schiavo di turno”? Per quale motivo se fossi stato da solo non mi sarei, chiaramente, aspettato aiuto da chi non c’è mentre oggi mi aspetto aiuto dalla persona che ho scelto per condividere la vita (o un periodo della mia vita)?
Ognuno di noi è un individuo a se stante. Siamo Coscienze “indipendenti”.
Mutiamo continuamente come tutto ciò che è intorno a noi. Ognuno con i suoi tempi. Per questa ragione non possiamo pretendere o semplicemente pensare che gli altri cambino nella nostra direzione e con le stesse modalità.
Decidere di condividere parte della vita significa intraprendere uno stesso cammino ma restando sempre 2 individui e 2 coscienze differenti. Ognuno lo affronterà a suo modo e la convivenza servirà a confrontare le proprie esperienze e quindi crescere emotivamente.
Aspettarsi qualcosa da un’altro individuo è come violentarne la sua natura. Obbligarlo in qualche modo ad un comportamento per il semplice fatto che a me piace così. Significa spingerlo a colmare i miei vuoti.
Questo snatura bellezza della relazione che risiede proprio nella spontaneità e nella sorpresa. Nel fatto che le cose accadono senza che ce lo aspettiamo perchè l’altro individuo è un individuo a se stante e non dovrebbe essere una mia proiezione.
L’aspettativa è come un guinzaglio. Sono catene che vengono messe ad un rapporto interpersonale tra due coscienze indipendenti.
Io sto con te semplicemente perchè sto bene. Non mi aspetto nulla. Il tempo è mutevole come i nostri caratteri…se muteremo nella stessa direzione e con le medesime tempistiche avremo una relazione armoniosa e costruttiva per un lungo periodo. Se le nostre strade divergeranno…sarà giusto che la relazione abbia un termine.
Il termine…è questo ciò che intimorisce la maggior parte di noi. Il termine di un qualcosa non per nostra scelta e che, dunque, ci spiazza e ci coglie impreparati. Che di colpo ci riporta a doverci interfacciare nuovamente con i nostri vuoti interiori senza avere più un capro espiatorio.
Prima di intraprendere una relazione domandiamoci se vogliamo un clone. Fermo restando che noi tendiamo spesso a litigare con noi stessi e qualsiasi manifestazione di rabbia è, in realtà, una manifestazione contro noi stessi che viene riversata sugli altri. Il rapporto con un clone, dunque, non sarebbe idilliaca.
Noi siamo campi energetici. Tendiamo a vederci in un certo modo, con una certa forma semplicemente perchè i nostri sensi sono estremamente limitati e il nostro cervello non ha una capacità di calcolo estremamente elevata. Per questa ragione tutto ciò che è “superfluo” viene eliminato e i nostri sensi non sono fatti in modo da percepire elementi che il cervello non sarebbe in grado di elaborare in tempo reale.
Noi siamo composti da trilioni di atomi. Siamo energia e per vivere “ingeriamo” energia. Non siamo però in grado di “vederci” in questo modo e la visione che abbiamo di noi e degli “altri” è abbastanza semplicistica e superficiale. 2 occhi, 2 braccia, 2 gambe. Se persino ci avviciniamo ad una parte del corpo perdiamo totalmente la visione e la percezione di tutto il resto. Proprio a causa della limitiatezza dei nostri sistemi sensoriali e della capacità di calcolo del nostro cervello.
Se comunque ci atteniamo al fatto che siamo energia, nel momento in cui entriamo nel campo energetico di un altro “individuo” (insieme di atomi) i due campi energetici entrano in “comunicazione”. Interagiscono. I campi energetici mutano continuamente e per questa ragione non è detto che siano sempre compatibili. Quando entrano in risonanza e risultano realmente compatibili , i campi energetici raggiungono delle situazioni di equilibtio che, seppur mutevoli, per un certo periodo, risulteranno stabili. Questo potrebbe rappresentare ciò che chiamiamo “amore”. Una “empatia energetica” che non si può spiegare razionalmente. Che non dipende da aspettative o da azioni ma semplicemente dal fatto di stare bene assieme.
2 campi energetici che si attraggono lo fanno perchè hanno cariche differenti e l’una “compensa” l’altra. Lo fanno naturalmente.
Potremmo equipararlo all’amore vero. Quello senza aspettative. Quello dove non si fanno calcoli. Io faccio questo ma poi tu devi fare quest’altro. Io ho lavato i piatti 3 volte e allora tu devi fare il letto 5 volte… In questo caso non si parla di amore ma semplicemente di interscambio. “Amore commerciale”.
Quanto meno vi aspetterete e quanto meno pretenderete dal partner, quanto più libero lo lascerete e quanto più felici sarete della sua felicità, tanto più vicini sarete all’amore vero e a una relazione di coppia costruttiva.