Il tempo impiegato dai comandi di movimento per viaggiare dal cervello ai muscoli del braccio varia tra 16ms e 25 ms.
Un dato pensiero può essere generato e messo in atto in circa 150 ms.
Considerate il velocista sulla linea di partenza. La ricezione e la percezione dello schiocco della pistola dello starter, la decisione di iniziare a correre, l’emissione dei comandi di movimento e la generazione della forza muscolare per iniziare a correre coinvolge una rete che inizia nell’orecchio interno e viaggia attraverso numerose strutture del sistema nervoso prima raggiungere i muscoli delle gambe. Tutto ciò può accadere letteralmente nella metà del tempo di un battito di ciglia.
Per gli spinter (di una gara di corsa) anche se il tempo di reazione tende a diminuire all’aumentare del volume del “go”, sembra esserci un punto critico nell’intervallo di 120-124 decibel in cui può verificarsi un’ulteriore diminuzione di circa 18 ms.
Percezione di una informazione 13ms/15ms –
In 1 millisecondo la luce compie 300Km. In 13ms ne compie 3900Km.
Il sole irradia fotoni che devono compiere 149 597 870 km per raggiungere il nostro occhio. Immaginando che questi viaggino nel vuoto totale e non incontrino alcuna resistenza (come ad esempio l’atmosfera) , il nostro occhio riceverà quei fotoni con 498 secondi di ritardo e che saranno elaborati 13 millisecondi dopo.
In 498 secondi, alla velocità della luce possono accadere milioni di cose…alcune talmente rapide che non siamo in grado di percepire sia a causa della “strumentazione” percettiva limitata in nostro possesso, sia proprio a causa della velocità con cui accadono.
D’altro canto se un individuo avesse delle capacità di elaborazione mentale estremamente più rapide, vedrebbe un mondo al rallentatore (un po’ come in certe scene di “The Matrix) perché sarebbe in grado di assimilare molte più informazioni. Avrebbe una visione della sua realtà molto diversa da un comune individuo fino al punto di non vedere quasi movimento nel caso in cui la percezione raggiungesse la velocità della luce.
I cani, ad esempio, assorbono le informazioni visive il 25% più velocemente degli umani, il che fa sì che il loro tempo relativo scorra più lentamente. Ciò significa che i cani ci vedono muovere al rallentatore
Chiaramente la percezione di un cane, sebbene appaia estremamente veloce, è enormemente lenta rispetto a certe unità di misura.
Abbiamo detto, infatti, che nel momento in cui un individuo medio percepisce coscientemente una informazione visiva (circa 15 millisecondi) un fotone potrebbe viaggiare da Palermo a Milano oltre 3 volte. Se però utilizzassimo delle unità di misura infinitamente più piccole, quali il Plank (1 Plank = 5.390559999E-41 millisecondi), ci accorgeremmo che, in micro distanze temporali tanto ampie, potrebbero accadere infiniti eventi.
All’interno di 1 millisecondo ci sono trilioni di Plank e se supponessimo velocità maggiori di quelle della luce, in 1 millisecondo potrebbero accadere innumerevoli eventi.
Non dimentichiamo che la Teoria della Relatività resta una teoria e che le conoscenze che abbiamo dell’Universo oltre ad essere infinitamente piccole hanno il grandissimo handicap di dovere essere circoscritte alla logica di chi lo “osserva”… E questa logica è il frutto di un elemento che, ancora, sconosciamo: Il cervello. Per questa ragione è possibilissimo che la velocità della luce sia superabile in altri sistemi dimensionali e persino nel nostro.
Sebbene appartenga al patrimonio immenso delle teorie su cui la scienza si basa e si fonda, l’idea che ci siano innumerevoli sistemi e sottosistemi dimensionali (altre dimensioni) non è tanto più “strampalata” della Teoria della Relatività Generale di Einstein. Si potrebbe dire che è meno appetibile dalla nostra struttura logica.
Gli universi paralleli non sono più solo una caratteristica di una buona storia di fantascienza. Ora ci sono alcune teorie scientifiche che supportano l’idea di universi paralleli oltre il nostro. (The theory of parallel universes is not just maths – it is science that can be tested)
In un Universo parallelo la nostra logica funzionerebbe? Se esistono Universi paralleli potrebbero esserci dei “noi” in altra versione?
Si chiama Mnesys il Partenariato Esteso concepito dall’Università di Genova per la tematica Neuroscienze e Neurofarmacologia.Un team di 500 scienziati impegnati a comprendere il nostro cervello.
Questo vi dà l’idea di quanto non conosciamo dell’Universo. Non sappiamo nemmeno come funzioni l’apparato preposto alla analisi e comprensione di ciò che, attraverso i nostri “sensori”, “osserviamo”.
Questo però è nulla rispetto al fatto che circa il 96% dell’Universo che ci circonda è Energia e Materia Oscura di cui nulla sappiamo. Di quel 4% che potremmo conoscere…beh…sappiamo nulla (non conosciamo nemmeno il nostro cervello, che è l’organo preposto a dare un senso a ciò che percepiamo, quindi immaginate quanto non sappiamo)
In quella “materia oscura” potrebbero esistere infiniti multiversi nei quali le leggi della fisica, il tempo, la distanza…potrebbero non esistere o funzionare in modo completamente differente..
Immaginiamo dunque il “Big Bang”. Le teorie che cercano di spiegarlo sono disparate e al contempo disperate proprio per quanto evidenziato nel paragrafo precedente. “le conoscenze che abbiamo dell’Universo oltre ad essere infinitesimanente piccole hanno il grandissimo handicap di dovere essere circoscritte alla logica di chi lo “osserva”.
Una “esplosione”, l’accensione di una lampadina o, semplicemente, la presa di coscienza di un soggetto, poco importa quale sia la teoria dell’origine dell’Universo, la cosa certa è che senza una percezione cosciente l’Universo non esisterebbe.
Per “semplificare” il tutto, allora, consideriamo che il “Big Bang soggettivo” occorra nel momento in cui un individuo prende coscienza di sé e di ciò che “lo circonda”.
Tutto questo però viene percepito con una certa latenza. In pratica l’individuo risponde ad impulsi che sono già avvenuti e che, quindi, non potrà evitarli, trasformarli o farli cessare.
Le sue azioni saranno sempre delle “constatazioni” di eventi già occorsi.
Per cercare di comprendere questo concetto dovremmo cercare di immaginare la Coscienza (anche questa grande mistero della scienza) come un sensore in grado di leggere che, in un certo istante si attiva.
La Coscienza ha la prerogativa di identificare se stessa e tutto ciò che percepisce e riconosce non essere parte di sé.
Immaginate dunque questo sensore (coscienza) nel mezzo dello spazio che, per una ragione X si attiva. Il primo lavoro che compie è l’identificazione di sé come parte distaccata dal resto e immediatamente dopo comincia a leggere le informazioni che percepisce dando loro una forma nello spazio.
La struttura logica estremamente elementare da cui dipende ha il compito di dare un senso all’”Universo Percepito” e quindi creare “storie” che non hanno nulla di oggettivamente vero.
Questo concetto è fondamentale per comprendere da dove venga l’illusione del “libero arbitrio”.
Cercare di comprendere come funzioni ciò che genera noi stessi e l’Universo che ci circonda è una impresa impossibile perché si delegittima da sé. D’altronde è anche molto plausibile il fatto che io e tutti gli individui che in qualche modo interagiscano (direttamente o indirettamente) con me siano il frutto della medesima coscienza.
Riepilogando:
La coscienza si attiva e comincia a leggere delle “informazioni” che sopraggiungono. Le informazioni, pur appartenendo già al passato, nel momento in cui vengono elaborate coscientemente vengono tradotte e vissute come un presente. Come se stessero avvenendo in quel momento.
Le informazioni passate sono elaborate come eventi e fatti presenti.
Se assisto a ciò che la mia percezione cosciente vede, ad esempio un incidente di auto, la mia struttura logica mi dice che quell’incidente si sarebbe potuto evitare se le auto coinvolte avessero preso una strada differente e tende ad escludere il fatto che ciò che io percepisco come incidente di 2 auto assume quella “forma” solo perché elaborato in un certo modo e, comunque, non sarebbe potuto andare in altro modo in quanto è una semplice lettura di informazioni già “vecchie” ed elaborate con una certa latenza.
In pratica il libero arbitrio è una semplice illusione che serve alla nostra struttura “egoica”, (frutto della Coscienza) che ha la necessità di sentirsi col potere di cambiare le cose. Sentirsi protagonisti della vita è una prerogativa essenziale della nostra struttura egoica.
Per semplificare, la nostra “mente” (chiamiamola come vogliamo) percepisce delle informazioni (che appartengono al passato) le ordina, genera il suo “film” e le rende attuali.
Come quando dormite e, ad esempio, percepite un segnale acustico (il suono di una campana ad esempio) che viene adattato al sogno stesso (nel sogno vi ritrovate in un convento dove suonano le campane.
Voi non potete evitare che quelle campane suonino in quanto lo stanno già facendo ma la mente, che le percepisce con latenza, le riadatta ritagliando loro una realtà totalmente differente (ma non modificable oggettivamente)
L’unica variabile che, forse, dipende da noi è semplicemente l’accettazione o il rifiuto emozionale di ciò che avviene (per meglio dire è già avvenuto, gli diamo forma e viene elaborato)
Povertà, Ricchezza, Celebrità, Lutto….sono tutte situazioni inevitabili e sulle quali non possiamo avere alcun tipo di influenza se non accettarle o rifutarle emotivamente.
Esattamente come non abbiamo alcuna influenza sui tramonti, le albe, i pianeti e persino la nascita (visto che nessuno, prima di metterci al mondo, ci ha mai chiesto de volessimo nascere o no)
Se alziamo proviamo ad osservare l’Universo in modo più umile, ci rendiamo conto che ciò che noi pensiamo di potere fare arbitrariamente è più piccolo di un “Planck” rispetto a tutti gli eventi “naturali” che istante dopo istante avvengono e sui quali non abbiamo alcun tipo di potere…
La celebrità di un individuo, ad esempio, non dipende dalla sua “bravura” o da ciò che ha fatto ma da una serie di eventi che si sono incrociati e sui quali questo non aveva alcun potere. Periodo di nascita, luogo di nascita, genitori, conoscenze etc.etc.etc…
Per accettare che non abbiamo alcun potere sugli eventi ci vuole molta umiltà (che va in contrapposizione con la natura stessa dell’ego)…E’ preferibile dare il merito alla nostra perseveranza se otteniamo qualcosa a noi gradevole o alla sfortuna se non la otteniamo…Ma possiamo aggiungere anche i miracoli o qualsiasi altra cosa frutto della notra fantasia.
Probabilmente l’unico “Libero Arbitrio” della nostra Coscienza è quello di accettare o meno gli eventi e quindi decidere se essere felici o tristi.
Come in un “videogame” talvolta arrivano messaggi (attribuibili a Guru o Santi o Profeti…) che ci mostrano le cose in modo più veritiero ma che tendiamo a volere interpretare a modo nostro. L’accettazione si contrappone all’Ego e quindi occorre fare un gran lavoro interiore per accettare che il Libero Arbitrio è semplicemente una illusione figlia e alimento dell’Ego stesso.
“Chi sta in punta di piedi non sta fermo.
Chi corre avanti non va molto lontano.
Coloro che cercano di eclissare gli altri oscurano la propria luce”.
Lao Tzu, Tao Te Ching, 24
“Vuoi governare il mondo e controllarlo?
Non penso che potrà mai essere fatto.
Il mondo è un vaso sacro e non può essere controllato.
Se ci provi, peggiorerai solo le cose.
Potrebbe scivolarti tra le dita e scomparire”.
Lao Tzu, Tao Te Ching, 29
“Questo è ciò che il mondo onora: ricchezza, eminenza, lunga vita, buon nome. Questo è ciò in cui il mondo trova la felicità: una vita agiata, cibo ricco, bei vestiti, panorami meravigliosi, suoni dolci. Questo è ciò che disprezza: povertà, meschinità, morte prematura, cattiva reputazione. Questo è ciò che trova amaro: una vita che non conosce riposo, una bocca che non riceve cibo ricco, né begli abiti per il corpo, né belle visioni per gli occhi, né dolci suoni per l’orecchio.
Le persone che non riescono a ottenere queste cose si preoccupano molto e hanno paura: questo è un modo stupido di trattare il corpo. Le persone ricche si logorano andando in giro per affari, accumulando più ricchezza di quanta ne potrebbero mai utilizzare: questo è un modo superficiale di trattare il corpo”.
Zhuangzi, 18-1