Chi ha letto qualcosa di ciò che ho precedentemente scritto conosce la mia linea di pensiero le cui basi poggiano sull’assioma (del quale ho scritto svariate volte) che non può esistere una verità oggettivamente assoluta. Qualsiasi verità è il risultato di informazioni rielaborate soggettivamente.
Ognuno di noi proviene da contesti familiari, economici e sociali che ci hanno influenzato sin dalla nascita e, quindi, nel periodo più fertile della formazione della nostra mente e delle nostre capacità di giudizio.
Oltre il 95% dei “nostri” giudizi e del “nostro” modo di pensare, in realtà è una semplice eredità alla quale facciamo riferimento ogni qualvolta esprimiamo un parere o formuliamo un pensiero.
Il restante 5% potrebbe essere definito come acquisito direttamente da una sperimentazione personale che, però, sarà sempre soggettiva e non potrà mai essere indipendente dalla contaminazione esterna.
Nel caso in cui, ad esempio, io sperimentassi il dolore di un martello che mi cade sul piede, quel dolore sarà sempre soggettivo in quanto potrò solo supporre che un altro individuo possa provare lo stesso in un caso analogo ma non potrò mai averne la certezza. Come non posso sapere come un altro individuo vede i colori o sente gli odori in quanto quelle sensazioni sono totalmente soggettive.
Qualunque sensazione o informazione è semplicemente il frutto di una elaborazione soggettiva. Il fatto che più soggetti decidano di dichiararne la validità o la veridicità, non le scorporerà del fatto che, comunque, resteranno sempre sensazioni e informazioni soggettive e mai oggettive.
La soggettività esclude l’assolutezza e quindi il dubbio dovrà essere sempre lecito.
La vita in un contesto sociale, per evitar l’isolamento, presuppone l’accettazione di gran parte delle “verità” e “realtà” validate come “oggettive”. Questa accettazione, però, dovrebbe essere volontaria e non imposta e la discriminazione o l’isolamento di chi le rifiuti sono il risultato di una profonda stupidità e/o malvagità.
Sebbene non sia sensato immaginare di potere sperimentare soggettivamente tutto, è più che giusto dubitare di qualsiasi cosa non ci convinca. Il pensiero critico ci differenzia da chi, invece, per pigrizia, paura, ignoranza, debolezza…accetti passivamente le convenzioni e le verità sociali.
Proprio per il fatto che non esistono verità oggettive, è estremamente importante cercare di comprendere se certe “verità” agevoleranno taluni a scapito di altri. Qualsiasi elemento soggettivo, infatti, è facilmente costruibile e “vendibile”. Lo abbiamo visto durante la “Pandemia”. Verità costruite a tavolino sulla funzionalità di farmaci che, invece, si sono rivelati un fallimento totale.
Eppure la massa, per paura, per stupidità, per ignoranza e per debolezza, ha abbracciato quelle verità, eliminando del tutto qualsiasi pensiero critico. Bastava guardare chi si è arricchito a scapito della massa grazie a quelle “verità” per comprendere che dubitare era, quantomeno, indispensabile.
L’avvento di Internet ha velocizzato esponenzialmente la diffusione di “verità soggettive” (Alias Informazione) e questo ha creato ancor più confusione in una massa mentalmente debole e facilmente manipolabile.
Il “problema” per taluni però è che certe “verità soggettive” divulgate con maggiore velocità possano mettere in discussione altre “verità soggettive” tanto da danneggiare certe caste e centri di potere.
La velocità con cui vengono trasmesse le verità soggettive e/o costruite è sempre più alta e il neo totalitarismo sta cercando di correre ai ripari censurando e definendo cosà sia “vero” e cosa sia “falso”.
In pratica la istituzione di una sorta di “Ministero della Verità” di quella società distopica profetizzata nel racconto di Orwell: 1984.
Considerato che le verità oggettive sono solo appannaggio di religiosi, fanatici e populisti, affermare di volere fermare la disinformazione altro non è che la imposizione di un solo punto di vista e la relativa eliminazione del pensiero critico.
Il proliferare dei social media ha decisamente contribuito ad ingarbugliare le cose. Le verità soggettive e costruite viaggiano in tempo reale. Questo contribuisce ad aumentare la confusione nella massa che, incapace di valutare il tipo di informazione, si trova ad abbracciare una linea di pensiero ed eliminare tutte le “informazioni” che tendano a contestarla, contrastarla e metterla in dubbio.
L’accettazione di una verità, in realtà, è un atto di fede che ci imprigiona nelle credenze. La ricerca della verità, al contrario, è un viaggio infinito che ci fa oscillare tra innumerevoli storie, non ci darà mai una risposta oggettiva certa ma ci renderà liberi.
La libertà è nemica di un Sistema Socio-Economico Organizzato nel quale un gruppo elitario decide la sorte della massa alla quale viene data l’illusione di potere esprimere una volontà che venga accolta.
Il bombardamento informativo di verità soggettive e/o costruite (da personaggi politici, religiosi, influencer etc…) sovraccarica le menti e toglie tempo ad un’analisi critica. Si è in balia delle correnti e ci si allontana dal proprio sé.
Le guerre, le frodi, le violenze di qualsiasi genere sono il frutto di ferite e vuoti emozionali che portano a vibrazioni emotive le cui oscillazioni fuoriescono dal range entro il quale è delimitato lo stato di pace con noi stessi e, di conseguenza, con gli altri.
Assorbire continuamente verità altrui soggettive e/o costruite ed assimilarle ci fa vibrare e impazzire come la lancetta di una bussola in prossimità del Polo Nord magnetico incapace di deelineare una rotta. Perdiamo la direzione e siamo soggetti ad abbracciare ciò che in un dato istante la nostra mente vuole sentire per appagare i nostri vuoti o coprire le nostre ferite. Sebbene tutto ciò possa sembrare utile, in realtà è un palliativo che non ci avvicina al nostro sé ma ci rende più un prodotto altrui. Ci trasformiamo in un surrogato del Sisteema.
La comprensione, dunque, che qualsiasi verità che provenga dal nostro esterno non ha nulla di oggettivamente vero, ci rende consapevoli che la realtà che viviamo è semplicemente un insieme di esperienze soggettive condivise collettivamente e la cui popolarità dà origine a costruzioni sociali (Costruzioni sociali e realtà fabbricate) Nessuna di queste verità. Quindi, dovrebbe essere considerata come oggettivamente vera. Chi le impone è un malfattore.
(Qualcuno potrà obiettare affermando che ci sono verità indiscutibili: La Terra è un geode, Siamo fatti di carne ed ossa etc.etc. Per mettere a tacere (le menti aperte in quanto senza apertura qualsiasi dialogo e confronto non ha alcun senso) ripeterò ciò che affermo (non solo io) da anni: Poiché nessuno oggi è in grado di dimostrare scientificamente che esista un Universo Oggettivo al di fuori della nostra mente, è possibile affermare che la realtà…(persino la Terra stessa) sia una realtà costruita dalla nostra mente ma nulla ha di oggettivamente vero)
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